Il mirto è una delle piante “simbolo” del Mar Mediterraneo. Considerato come uno degli arbusti più tipici della macchia mediterranea, il mirto ha origine antichissime e attribuibili a una macro zona compresa tra l’Africa settentrionale e la parte dell’Asia più vicina ai confini del vecchio Continente. Oggi, sul nostro territorio, il mirto è riscontrabile in modo spontaneo nei litorali e nelle boscaglie delle regioni del Mare Nostrum (e non solo), potendo altresì resistere a altezze di diverse centinaia di metri. Cerchiamo dunque di comprendere in che modo poter coltivare nel migliore dei modi il mirto, e poter in tal modo godere delle sue meravigliose bacche.
Cosa è il mirto
Il mirto è una pianta che può raggiungere i 2 – 4 metri di altezza ed è contraddistinta prevalentemente dalla presenza di rami molto sottili, reggenti delle piccole foglie ovali: sfregate leggermente, le foglie sono in grado di sprigionare un caratteristico profumo aromatico. I fiori sono invece generalmente bianchi, e sboccianti con l’inizio della stagione estiva. I frutti, di colore generalmente violaceo (vi sono tuttavia varietà bianche e rosse) maturano invece nei mesi invernali.
Coltivare il mirto
Coltivare il mirto è una passione che sta coinvolgendo un numero crescente di persone, appassionate della sua bellezza ornamentale e della possibilità di fruire delle sue bacche in ambito culinario. Fortunatamente per tutti i seguaci della coltivazione del mirto, la sua cura è relativamente semplice e alla portata dei giardinieri meno attenti: è sufficiente garantire la giusta dose di sole, e un terreno adeguatamente drenato. Una volta assicurate queste fondamentali caratteristiche, il mirto non richiederà grandi tutele, essendo una pianta discretamente resistente, e in grado di poter resistere anche a qualche gelata non esageratamente stringente. Così come molte piante della sua specie, il mirto non sopporta positivamente il vento: cercate quindi di porre tale pianta al riparo dalle sferzate d’aria, magari dietro un muro che possa proteggerla completamente.
Innaffiare il mirto
Per quanto concerne la sua innaffiatura, ricordiamo come tale pianta necessiti di acqua sostenuta, senza tuttavia esagerare con la generosità: attendete infatti che la terra sia completamente asciugata prima di procedere ad una nuova annaffiatura. Il mirto, di fatti, è bene in grado di sopportare della siccità anche prolungata, così come estati afose che potrebbero mettere a dura prova altre piante: nonostante tale resistenza, il mirto cresce in maniera più rigogliosa se accompagnato all’interno di territori con climi temperati, con una buona garanzia in termini di acqua.
Potare il mirto
Il mirto non necessita nemmeno di grandissime opere di potatura. Il nostro consiglio è quello di “ringiovanire la chioma” ogni tanto, togliendo qualche ramo e rimuovendo quelli più esterni, che generalmente vengono rovinati dalle intemperie. Evitate di effettuare delle potature troppo incisive, visto e considerato che correreste il rischio di rovinare la fioritura della stagione successiva.
Riprodurre il mirto
Si può riprodurre il mirto mediante seme o talea.
Per seminare il mirto è sufficiente prendere delle bacche semi-appassite e riporle all’interno di apposite cassette da semina: evitate di mettere bacche troppo secche (scegliete solo quelle un po’ raggrinzite) poiché queste ultime non hanno sufficiente potere germinativo. Per riprodurre il mirto mediante talea, prelevate le stesse dalla pianta madre durante la stagione autunnale e procedete ad interrarle.
Se optate per una riproduzione mediante seme, avrete una produzione di bacche di mirto dopo circa quattro anni: è inoltre possibile che in questo periodo possiate avere delle brutte sorprese, visto e considerato che le piante nate mediante seme sono più deboli. Se invece scegliete una riproduzione attraverso talea, dovreste poter vantare una produzione di bacche entro i successivi due anni.
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