Il dente di leone o tarassaco è una varietà di erba spontanea molto diffusa nel nostro paese che possiamo facilmente individuare a bordo delle strade, fino a 2000 m di altitudine e nei campi non coltivati. Sono caratteristici i suoi fiori gialli e i soffioni a forma di palla: quando raggiungono questa forma sono pronti a diffondere i semi. Si tratta ad ogni modo di una pianta dalle incredibili proprietà.
Il tarassaco è commestibile e non sempre è necessario coltivarlo in quanto si trova molto frequentemente come erba spontanea nei prati; il colore giallo intenso dei fiori rende molto semplice individuare il dente di leone anche da lontano. Chi vive in zone più urbane potrebbe trovare maggiori difficoltà a rintracciare questo fiore e quindi il consiglio è di seminarlo nel proprio orto: stiamo parlando di una delle coltivazioni più semplici in assoluto.
Coltivare il tarassaco: una delle coltivazioni più semplici
La semina avviene da marzo a maggio oppure tra fine aprile e giugno direttamente in terra. La distanza tra le piantine deve essere misurata tra 15 e 20 centimetri: le piantine giovani possono essere diradate man mano e quelle prelevate dalla terra possono essere mangiate subito in insalata.
Questa pianta è decisamente molto resistente a malattie e parassiti e il suo colore e l’abbondanza di nettare attirano le api e gli altri insetti che si dedicano all’impollinazione rendendo il tarassaco un ottimo vicino per tante coltivazioni del nostro orto. Anche chi non volesse coltivarlo avrà convenienza a lasciarlo ai bordi della propria terra affinché tutto l’orto possa trarne vantaggi.
Grazie alla profondità delle sue radici è molto utile anche negli orti biologici poichè smuove il terreno in modo naturale; le piante giovani vanno innaffiate con regolarità perché le loro radici non sono ancora sufficientemente profonde.
Per ottenere un’insalata fresca anche fuori stagione le piante possono essere sradicate a novembre, e invasate al coperto e al buio.
Un’erba spontanea dalle tante proprietà: come coltivare e utilizzare il tarassaco
Le foglie del tarassaco possono essere raccolte da giovani quando sono più tenere al palato, altrimenti è bene lessarle; i boccioli possono essere conservati sott’olio, sotto sale e sotto aceto, ottenendo un risultato analogo ai capperi. Le radici possono essere consumate a crudo dagli amanti dei sapori particolarmente amari ( ma possono comunque essere associate ad altri vegetali più dolciastri ).
Le foglie da mangiare in insalata andrebbero raccolte preferibilmente in primavera prima del momento della fioritura, mentre quelle da cuocere possono essere prelevate in qualsiasi momento della vita della pianta – evitando le più vecchie che risulterebbero ancora più amare.
I fiori vanno raccolti tra aprile e maggio: risultano sempre commestibili ma l’ideale è cogliere i boccioli quando non sono ancora chiusi (questa è la soluzione migliore per le conservazioni sottaceto). Le radici invece andrebbero colte alla fine della stagione in prossimità dell’autunno quando risultano più spesse. I risultati migliori si ottengono con terreni sabbiosi: quando si raccolgono le radici, ovviamente tutta la pianta andrà prelevata.
Le foglie di tarassaco hanno un’interessante capacità diuretica risultando molto utili come tisane e decotti per gli soffrisse di questo tipo di difficoltà. Grazie anche alle proprietà depurative le radici sono estremamente benefiche per il fegato e l’intestino.
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