Gli italiani leggono poco i libretti di istruzioni, ma nell’ambito dei fertilizzanti per coltivazione è fondamentale attenersi alle indicazioni riportate nelle etichette. Il primissimo consiglio è quindi quello di leggere fino all’ultima riga tutte le raccomandazioni del prodotto ed in particolare il dosaggio: alcuni vegetali possono assorbire una dose più elevata di nutrienti, mentre altre necessitano di quantitativi inferiori.
Fertilizzanti e aggiunta di acqua
La maggior parte dei fertilizzanti ha bisogno di una aggiunta di acqua. Per mescolare efficacemente le due sostanze, meglio dissolvere il prodotto in cristalli e polvere in acqua calda, assicurandosi del loro completo scioglimento, prima di rabboccare con altra acqua tiepida. I prodotti che nascono già in formato liquido si possono mescolare direttamente con l’acqua; è fondamentale rispettare i dosaggi prescritti perché una elevata concentrazione di sali potrebbe arrecare danni alla nostra coltivazione, mentre un quantitativo troppo diluito non garantirebbe il giusto supplemento.
Le piante hanno bisogno del fertilizzante?
Ogni vegetale ha le sue necessità particolari e per capire se la pianta abbia o meno bisogno di una integrazione di fertilizzante bisogna procedere con qualche indagine, ad esempio:
- una valutazione visiva – l’ispezione visiva si basa sul principio per cui se la foglia mostra un verde intenso, la pianta è in salute e il vegetale ha già tutto ciò di cui ha bisogno. Quando tuttavia la crescita tende a rallentare e le foglie assumono una tonalità verde pallido è decisamente l’ora di aggiungere del concime per fornire i nutrimenti necessari.
- un test NPK del terreno – Si tratta di una procedura precisa ma lievemente complessa: grazie agli appositi kit per test, si mescola un campione di terriccio con l’agente chimico e si confronta il colore risultate con quelli presenti su una scala cromatica fornita nel prodotto. A seconda del risultato, viene suggerita una adeguata e commisurata integrazione di fertilizzante.
- test diretto sulla pianta – è il metodo più consigliabile dato che consente di aumentare le proprie conoscenze, e richiede di utilizzare alcune piante come prova: bastano due o tre campioni. Dopo aver aggiunto fertilizzante si monitorano per 3/4 giorni le piante in osservazione: quello che va bene per loro, andrà presumibilmente bene per tutte le altre. Per determinare la quantità da dosare basta fare riferimento alle istruzioni del fertilizzante, ma si può anche scegliere di diluirlo maggiormente e applicarlo più spesso (soprattutto se si ha a che fare con fertilizzanti concentrati). Le piante piccole hanno bisogno in generale di meno fertilizzante, che andrebbe sempre distribuito nella prima parte della giornata in maniera da avere tutto il tempo di elaborarlo.
Qualsiasi sia la tecnica scelta è utile ricordare che una pianta che viene coltivata in un piccolo contenitore o vaso, utilizza più velocemente i nutrienti presenti e quindi ha bisogno di una più frequente concimazione.
Invece, le piante collocate in contenitori di maggiori dimensioni hanno a disposizione un maggior quantitativo di terra e quindi passerà più tempo tra una concimazione e l’altra, avendo già a disposizione più nutrienti.
Frequenza di utilizzo per i fertilizzanti
Non esista una risposta assoluta, tuttavia si tenga presente che
- le piante grandi utilizzano più nutrienti e quindi un maggior quantitativo di fertilizzante
- il fertilizzante meno concentrato (o diluito) può essere applicato più spesso
- è più facile concimare le piante nel terreno rispetto a quelle dei contenitori perchè le radici trovano nel terreno più nutrienti in partenza e la concimazione riveste un ruolo meno “determinante”
- il fertilizzante può essere vaporizzato sulle foglie o tramite innaffiamento del terreno: il metodo dipende dal tipo di fertilizzante, di pianta e dalla praticità. Meglio, in caso di dubbio, fare una domanda in più al distributore o produttore del fertilizzante e confrontarsi con gli altri coltivatori online 😉 per mettere insieme tutte le varie esperienze!
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